Carissimo/a operatore pastorale caritas,
anzitutto il mio grazie personale e comunitario per la passione che hai nel vivere la prossimità cioè la carità. In questi giorni, c’è molta fatica a gettare lo sguardo sul fratello o sulla sorella che bussano alle porte delle nostre case, perchè i nostri occhi sono incollati alla Tv per essere aggiornati sulla situazione sanitaria – casa che ogni fedele, meglio cittadino deve fare , ed è giustissimo-, poche volte i nostri orecchi sono attenti alla voce del povero che vuole renderti partecipe della sua povertà. Penso che noi operatori caritas stiamo vivendo in modo pieno e vero, l’esperienza forte del: “ prendersi a cuore il fratello “ e poi l’esperienza della “ solidarietà”.
• Prendersi a cuore il fratello, vuol dire non solo dare la borsa spesa, o ascoltarlo, o fargli scegliere un vestito, o cercare di
spiegare la lingua italiana, ma farlo entrare come fratello nel nostro cuore. Prendersi a cuore un fratello, vuol dire riconoscere
nel fratello la sua umanità; prendersi a cuore un fratello vuol dire capire che lui è amato da Dio come Dio ama me. Questo esercizio,
lo stiamo facendo ed anche nel campo della sanità, in questi giorni, possiamo notare quanti medici, infermieri e volontari della
sanità stanno vivendo questa nostra esperienza. L’esperienza educa la vita, ma l’esperienza di carità contagia. Il contagio della
carità non è un virus, ma è l’amore.
• Mi chiedo cos’è la solidarietà’ ? La solidarietà è un sentimento di fraternità che nasce dalla consapevolezza di un’appartenenza
comune e dalla condivisione di interessi e di fini, e trova espressioni in comportamenti di reciproco aiuto e altruismo.
Solidarietà è fraternità; solidarietà è appartenenza al popolo di Dio; fraternità è condivisione; fraternità è altruismo. Spesso
questa parola amiamo consigliarla: forse occorre che questa parola plasmi il nostro atteggiamento ed il nostro cuore.
• Caro operatore, cosa vorrei dirti?
– Grazie e ammirazione per quello che fai e che sei.
– Vivi questo servizio con gioia fraterna con quanti tendono la mano e con quanti collaborano con te.
– Metti sempre il cuore in quello che fai e sappi che noi cristiani non abbiamo bisogno di riconoscimenti, perchè come dice Gesù:
“quando fate quello che vi aspetta, dite che site servi inutili”.
– Ciò che ti ricompensa è il sorriso di chi è povero,
– Ciò che ti da forza è l’appartenenza alla tua comunità pastorale, che ti sostiene
– Ciò che evangelizza è la capacità di lavorare insieme, questa è la vera carità. Gli operatori pastorali della carità, oltre a volersi bene, sanno lavorare insieme con la loro creatività e fantasia, ma tutto per il bene comune.
In questi giorni, la mia giornata è così impostata: preghiera S.Messa, studio, lettura adorazione Eucaristica. Sto pensando a tutti i
fedeli della comunità pastorale, per loro e per Voi prego. Anche la preghiera aiuta a vivere la solidarietà e a prendersi a cuore la vita dei fratelli.
Un abbraccio! Don Piercarlo