Carissimi fratelli e sorelle della Proloco e di tutte le associazioni presenti nella comunità di Gaggiano,
il mio saluto e la mia vicinanza in questo periodo molto “strano”, dove sembra che il tempo sia convertito in eternità, dove le nostre
orecchie ascoltano solo numeri di persone contagiate, dove i nostri occhi contemplano strutture ospedaliere, medici con divise strane, che
esprimono preoccupazione e stanchezza. Un tempo strano, che sta segnando le nostre relazioni; un tempo strano che sembra voglia
spegnere il nostro entusiasmo e bruciare le nostre iniziative. Nei libri che racchiudono la storia dell’umanità, parlano anche di altri tempi strani… strani per epidemie, guerre, ingiustizie.
Però nel cuore della gente, non si spegneva quella voglia di reagire, di dire sappiamo come superare quei tristi momenti di fatica ed abbracciavano quegli strumenti che pure noi ora condividiamo.
• Il senso dell’appartenenza alla comunità, era una condizione per dire: non mi arrendo, se devo lottare lotto anch’io
• il senso del bene comune, cioè riuscivano a rendere un grande famiglia la comunità nella forma del concorrere al bene di tutti. La solidarietà, l’aiuto al vicino di casa, la condivisione anche di quel poco che aveva da mangiare. Questo per dire la condivisione
• Il senso del tirare avanti insieme perchè i loro cuori erano aperti a tutti indistintamente. Le chiusure erano superate, i confini non esistevano più.
• Il senso del soccorso e dell’aiuto verso le persone fragili. All’epoca gli anziani vivevano in famiglia ed erano considerati come i “saggi”, che attraverso il racconto, delle loro fatiche delle loro gioie, cercavano di riempire il tempo dei nipoti e di dare quel senso di
tranquillità e di fiducia.
• Il senso della fede, fatta di preghiere semplici, di recite di Rosari, che volevano commuovere il cuore di Dio, per ottenere la pace, la salute non solo per se, ma per tutti.
Pure noi, in mille modi ci stiamo adoperando come i nostri padri, cioè quelle persone che hanno vissuto prima loro una situazione simile alla nostra e ci hanno preceduto ed ora ci dicono: “ ora tocca a voi. Non rallentate il passo, allargate il cuore, i vostri occhi sappiano vedere i bisogni dei fratelli e delle sorelle, le vostri mani siano pronte al servizio, i vostri cellulari sia strumenti anche per diffondere messaggi di speranza, le vostre case siano ora piccole scuole di vita e di fede”.
Come responsabile della comunità pastorale, sento il desiderio urgente di ringraziarvi personalmente, uno per uno per quello che state
facendo. Assicuro a Voi e alle Vostre famiglie la mia stima e la quotidiana preghiera.
Un abbraccio! Don Piercarlo