Le prime sei opere di misericordia corporali sono contenute nel capito XXV di Matteo. Seppellire i morti è un atto della pietà cristiana che è stato aggiunto dalla tradizione della chiesa come l'ultimo gesto corporale di amore e di rispetto verso il
defunto.
Gesù stesso è stato seppellito dentro un sepolcro, il quale si è trasformato da luogo di oscurità, tristezza e disperazione in uno spazio li luce, gioia e speranza cristiana.
Seppellire i morti non vuol dire sotterrare il passato, non vuol dire dimenticarsi della vita di una persona. Seppellire i morti significa onorare il corpo e la vita di quella persona perché possa continuare a rifiorire il suo ricordo, perché si possa far memoria dei suoi insegnamenti, far tesoro della sua testimonianza, riconoscere le opere di bene compiute e perdonare il male commesso e ricevuto.
In questi giorni risuonano nelle nostre orecchie i “numeri” di fratelli e sorelle che muoiono a causa dell'epidemia. Non sono numeri, ma figli di Dio e nostri fratelli.
Non posso in questo momento non pensare alle persone che si prendono cura delle salme nei nostri cari per la sepoltura. Anche a loro va il nostro grazie e la nostra preghiera. Un dipendente di un'agenzia funebre qualche giorno fa mi diceva: “Sono stanco, non perché si lavora tanto, ma stanco della solitudine di chi muore e della sofferenza dei familiari”.
Penso che tutte queste persone che “seppelliscono i morti” sono fratelli che ci aiutano a vivere con fede le opere di misericordia.
Un abbraccio e una preghiera
don Piercarlo